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Home » Cronaca » Violenza di genere, chiama il 1522

Violenza di genere, chiama il 1522

Settembre 19, 2019 da Eco di Toscana Lascia un commento

Violenza di genere (foto Pixabay)

Rilancio della campagna contro la violenza sulle donne e diffusione sempre maggiore del numero gratuito di pubblica utilità antiviolenza e stalking 1522, il numero attivato dal Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri collegato alla rete dei centri antiviolenza e alle altre strutture per il contrasto alla violenza di genere presenti sul territorio.

Alla presentazione interverranno la vicepresidente della Regione, Monica Barni, l’assessore per il diritto alla salute e al sociale Stefania Saccardi, il vice presidente CONI Toscana Giancarlo Gosti, quello di CIP Toscana Massimo Porciani, il segretario regionale FIVA Confcommercio Gianni Picchi, il responsabile regionale area commercio Confesercenti Toscana Gianluca Naldoni, la sindaca di Talla (AR) e responsabile ANCI per la violenza di genere Eleonora Ducci ed il vicepresidente di Dragon Boat Italia Alessandro Piccardi.

I numeri sulla violenza di genere

Il femminicidio viene erroneamente considerato ancora troppo spesso un accadimento improvviso o imprevedibile. Dal 2006 al 2017 in Toscana le vittime di femminicidio sono state 108, di cui 7 nell’ultimo anno. A uccidere sono soprattutto partner ed ex partner.  Più della metà delle donne italiane uccise in Toscana dal 2006 al 2017 hanno oltre 59 anni. Le vittime straniere rappresentano più di un quarto delle vittime di femminicidio, sono uccise soprattutto dal partner, in numerosi casi italiano.

Dal 1° luglio 2009 al 30 giugno 2018, si sono rivolte ai 24 Centri antiviolenza della Toscana 22.437 donne, 3.381 nell’ultimo anno della rilevazione: in media 6 al giorno. Si conferma dunque la tendenza all’aumento dei casi registrata nello scorso rapporto. Tra le donne che hanno chiesto aiuto ai Centri: il 71% sono italiane e il 29% straniere.

Nell’ultimo anno si assiste a un aumento delle giovani tra i 18 e i 29 anni che si sono rivolte ai Centri antiviolenza. Aumento che potrebbe essere collegato ad una maggiore consapevolezza sia nei confronti delle dinamiche e manifestazioni della violenza di genere che dei propri diritti.

La violenza psicologica

La violenza psicologica si conferma la forma più diffusa, sia tra le italiane che tra le straniere, seguita da quella fisica. Aumentano anche le violenze attribuite ai parenti, soprattutto padri e figli.

La rilevazione per il 2017/2018 ha permesso di raccogliere informazioni anche sulla violenza diretta ai danni dei/delle figli/e. Il padre risulta l’autore della violenza nell’83,5% dei casi rilevati e la forma più diffusa di violenza segnalata è quella psicologica.

Partner, con una diminuzione della categoria del coniuge, ed ex partner (in aumento questi ultimi) si confermano gli autori principali delle violenze.

Si registra un importante incremento delle denunce, soprattutto tra le straniere. Tra le donne, italiane e straniere, che si sono rivolte ai Centri, ha sporto denuncia il 35,3% delle utenti i cui figli sono testimoni della violenza, e il 26,9% delle donne senza figli.

Nelle 20 Case Rifugio presenti in Toscana nel 2017 sono state ospitate 147 donne e 114 figli/e.

Colpiti anche minori e adolescenti

Aumentano anche i casi di violenza su bambini e adolescenti. Nel 2017 2.770 bambini/e e ragazzi/e sono stati/e vittime di maltrattamenti in famiglia (erano 1.478 nel 2015 e 1.921 nel 2016). Sempre nel 2017, 1.487 bambini e ragazzi sono stati interessati da situazioni di violenza assistita (1.143 nel 2015, 1.298 nel 2016).

Rete Regionale Codice Rosa: dal 1° gennaio 2012 al 30 giugno 2018 sono stati registrati 18.699 accessi per Codice Rosa nei pronto soccorso della Toscana, di cui 16.059 adulti (nella stragrande maggioranza donne) e 2.640 minori.

Nei Consultori, le prestazioni registrate per abuso e maltrattamento sono state 3.048.

In aumento anche i casi di sospetta violenza sessuale registrati dal Centro di riferimento di Careggi: dal 1° agosto 2017 al 31 luglio 2018 sono stati 54, erano stati 44 nell’anno precedente. Tra le adulte, le straniere rappresentano la maggioranza (34 su 43). Tra le minori si contano invece 10 italiane su un totale di 11 accessi.

I Centri di assistenza per gli uomini

Nel 2018 sul territorio regionale sono aumentati anche i Centri per uomini autori di violenze: ai 4 già attivi a Firenze, Lucca, Pisa e Livorno, se ne sono aggiunti 2 a Carrara e Grosseto. Dal 1° luglio 2017 al 30 giugno 2018 i Centri attivi in Toscana hanno effettuato 79 prese in carico. Considerando i percorsi cominciati negli anni precedenti, nel periodo di riferimento i Centri hanno avuto in carico un totale di 154 uomini autori di violenze. In 17 casi la decisione di rivollgersi al centro è stata spontanea; in un caso ciò è avvenuto dietro una spinta di parenti o amici. Nei restanti 59 casi l’invio è stato effettuato da altri soggetti: Tribunale, psicologi, avvocati, servizi sociali, strutture penitenziarie, Asl, Codice Rosa, medici di base, comunità per il trattamento dell’alcolismo.

L’Osservatorio Sociale Regionale, in collaborazione con Auser, ha condotto anche un approfondimento sulla violenza verso le donne anziane. Dei 108 femminicidi avvenuti in Toscana dal 2006 al 2017, 45 hanno riguardato donne ultrasessantenni. Ma a fronte di questo, gli accessi delle donne anziane ai Centri antiviolenza, ma anche ad altri servizi della rete, sono molto bassi. Tutte le oltre 500 donne intervistate, tranne una, hanno sentito parlare di violenza di genere, in 22 casi (4%) per esperienza personale o in famiglia. Di fronte a un episodio di violenza, quasi il 10% delle donne non saprebbe a chi chiedere aiuto.

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