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Home » Cronaca » Abusivismo in sanità: ordini a confronto

Abusivismo in sanità: ordini a confronto

Ottobre 23, 2019 da redazione Lascia un commento

Fare il punto sullo stato delle professioni sanitarie, su come si muovono e agiscono gli ordini e sul tema dell’abusivismo, dannoso per professionisti e cittadini. A questo tema è stato dedicato l’incontro “Lo stato dell’arte delle professioni sanitarie e le prospettive”, promosso dall’Ordine delle professioni infermieristiche interprovinciale Firenze-Pistoia. Si è tenuto alla Stazione Leopolda di Firenze nell’ambito del Forum Sistema Salute.

A fare il punto della situazione, presidenti e rappresentanti di diversi ordini professionali: Antonella Cinotti (Ordine delle Ostetriche di Firenze), Danilo Massai (Opi Firenze-Pistoia), Teresita Mazzei (Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Firenze). E ancora Lauro Mengheri (Ordine degli Psicologi della Toscana), Rita Papi (Ordine TSRM-PSTRP delle province di Firenze, Arezzo, Prato, Pistoia, Lucca e Massa Carrara).

No all’abusivismo: il punto di Cinotti

«Il fenomeno dell’abusivismo, nel nostro ambito, esiste – ha detto Antonella Cinotti, presidenteOrdine delle Ostetriche di Firenze -. Questo perché spesso i cittadini non hanno gli elementi per capire l’importanza del professionista in termini di competenze specifiche e di appropriatezza delle cure. Si tratta di un problema di salute pubblica, complicato dalla questione delle professioni emergenti generata dalla legge 4 del 2013. È necessario intervenire per stroncare questo fenomeno, attivando un processo di educazione alla salute, dove gli ordini possono fare da ponte».

«Se l’abusivismo esiste significa che una parte dei cittadini si rivolge a pseudo-professionisti in mancanza di una risposta istituzionale adeguata ai bisogni effettivi – ha aggiunto Cinotti –. Le aziende devono assicurare risposte a livello territoriale: con figure professionali che abbiano le competenze adeguate per promuovere certe attività, certi fenomeni sarebbero più contenuti. L’ordine ha il dovere deontologico di portare le evidenze scientifiche all’interno della comunità».

Massai: sinergia e lavoro in equipe

«Perché ogni infermiere abbia requisiti per esercitare, oltre a vigilare sull’iscrizione all’albo – ha spiegato Danilo Massai, presidente Opi Fi-Pt -, abbiamo siglato una convenzione con l’Azienda Usl Toscana Centro, grazie alla quale l’azienda anticipa la quota all’Ordine. Questo evita ricorsi per coloro che non sono in regola e stiamo lavorando per attivare la stessa formula anche con le maggiori realtà private. L’obbiettivo è mettere gli infermieri in condizione di avere tutti i requisiti al loro posto, per la sicurezza del professionista e del cittadino».

«Quello che vorrei sottolineare – ha aggiunto Massai -, in questa occasione in cui sono presenti i rappresentanti di diversi ordini, è l’importanza del lavoro in equipe, la sinergia tra le diverse professioni. La multiprofessionalità, le attività interdisciplinari dovrebbero caratterizzare il futuro: è necessario aprire tavoli fra professioni, ritrovare le competenze di confine, creare processi e percorsi per calarsi nella comunità come comunità professionale, magari creando una consulta delle professioni in ogni Comune».

Mengheri: l’abusivismo è un reato

«L’esercizio abusivo della professione è un reato e pertanto deve essere perseguito e sanzionato secondo quanto previsto dalla legge – ha spiegato Lauro Mengheri, presidente dell’Ordine degli psicologi della Toscana – ciò che distingue l’intervento psicologico dagli interventi non psicologici è proprio l’utilizzo professionale di modelli, tecniche o strumenti derivanti dagli esiti delle ricerche scientifiche psicologiche. Il legislatore ha, infatti, riservato allo psicologo regolarmente iscritto all’albo territoriale ogni attività che comprenda l’uso degli strumenti conoscitivi e di intervento e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità».

«Rivolgersi a uno psicologo iscritto – aggiunge ancora Mengheri – significa, quindi, affidarsi nelle mani di un professionista sanitario che ha una laurea quinquennale in psicologia, che ha effettuato tirocini obbligatori per confrontarsi con la professione che andrà a fare, che ha superato un esame di stato per abilitarsi, che si aggiorna costantemente e che è tenuto a seguire un codice di comportamento deontologico e etico. Una garanzia insomma per gli utenti e per la loro salute su cui l’ordine vigila costantemente».

L’ordine come garanzia di qualità, secondo Papi

«Il nostro è un maxi ordine che a livello regionale raccoglie 13.500 professionisti sanitari – ha spiegato Rita Papi, vicepresidenteOrdine dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione delle province di Firenze, Arezzo, Prato, Pistoia, Lucca e Massa Carrara -. Con la sua istituzione abbiamo avuto la necessità di mettere in atto, in collaborazione con le associazioni professionali e le strutture sanitarie, una campagna di informazione per spiegare ai professionisti e ai cittadini l’importanza dell’iscrizione all’albo: abbiamo avuto una buona risposta e una grande attenzione, ma il lavoro prosegue perché ci sono professionisti che ancora non hanno aderito e non si sono iscritti all’Albo. Questo può avere conseguenze negative sia per la loro attività che per il servizio all’utenza».

«L’Ordine è un requisito di qualità e controllo fondamentale: iscriversi all’albo significa fare un salto di qualità e dare sicurezza al nostro lavoro e alle prestazioni erogate. Il nostro obbiettivo è valorizzare le competenze specifiche delle singole professioni: al nostro interno ci sono 19 albi professionali, ognuno con la propria commissione d’albo. Spesso ci lamentiamo dei mancati riconoscimenti in termini di diritti, ma dobbiamo partire dai doveri e dalle competenze. In un’ottica di collaborazione le sfide più stringenti riguardano il ruolo che i professionisti tecnico-sanitari potranno svolgere nell’uso delle nuove tecnologie, sia in ospedale che negli interventi per la cronicità e l’assistenza domiciliare, rendendo i servizi sanitari sostenibili e più vicini al cittadino».

Mazzei: necessario uno sforzo comunicativo

«Per quanto riguarda il nostro ordine, il problema dell’abusivismo riguarda più gli odontoiatri – ha detto Teresita Mazzei, presidente Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Firenze -. Mi è capitato solo una volta di imbattermi in una persona che si spacciava per medico, curando con metodi alternativi una paziente con tumore che purtroppo poi è deceduta. Ma è vero, le truffe ci sono. Negli ultimi tempi imperversa Adriano Panzironi, sospeso dall’Ordine dei giornalisti del Lazio e accusato dall’Ordine dei medici di Roma di esercizio abusivo della professione. Propone una dieta che si rifà all’alimentazione dell’età delle caverne, totalmente sbilanciata, a cui abbina integratori alimentari, i cui benefici non hanno alcuna evidenza scientifica».

«Il problema è che le persone lo seguono, è diventato un idolo anche a fronte di pareri autorevoli che lo smentiscono. Questo rende evidente – ha concluso Mazzei – che dobbiamo trovare il modo di comunicare con le persone per educarle. Una cosa che riscontro anche con i più giovani: dimostriamo loro che le droghe, lo sballo con l’alcol sono nocivi ma anche di fronte alle evidenze scientifiche, non tornano sui loro passi. Credo quindi che dovremmo impegnarci sul lato comunicativo».

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