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Home » Cultura » Livatino Beato, messaggi anche dalla Toscana

Livatino Beato, messaggi anche dalla Toscana

Maggio 12, 2021 da redazione Lascia un commento

Plauso dalle Case della Memoria per le iniziative nell’abitazione di Canicattì dove visse la famiglia

«Una luce bianca, netta, senza sbavature che ci accompagna e ci indica la direzione da prendere senza incertezze né ripensamenti. A simboleggiare la caratteristica che ha contraddistinto la vita professionale del nostro Giudice Rosario Livatino». Così i rappresentanti della Casa della Memoria Giudice Livatino hanno raccontato l’installazione accesa nei giorni scorsi sulla facciata dell’abitazione di via Regina Margherita 166 a Canicattì (Ag). L’abitazione fa parte dell’Associazione Nazionale Case della Memoria, realtà che fa base in Toscana ma che abbraccia 85 case museo in tutta Italia.

Un’iniziativa promossa in occasione della Beatificazione, lo scorso 9 maggio, di Rosario Angelo Livatino. Il giovane magistrato di profonda fede cristiana, ucciso in un agguato di mafia nel settembre del 1990, proclamato Beato nel corso di una cerimonia solenne celebrata nella cattedrale di Agrigento. L’installazione è stata inaugurata alla presenza di una rappresentanza della comunità canicattinese tra cui il sindaco Ettore Di Ventura e il vescovo Alessandro Damiano.

Le iniziative e i momenti di celebrazione nella Casa della Memoria del Beato Livatino a Canicattì (AG)

Ottimo riscontro da parte del pubblico anche per le visite “Le vie della Fede”. Per l’occasione Casa Livatino ha aperto le porte in orario continuato per diversi giorni consecutivi. I visitatori hanno potuto prendere parte a una serie di visite guidate nelle stanze che hanno accolto la famiglia Livatino e hanno accompagnato il percorso di crescita del giovane Rosario. Una vera e propria immersione all’interno del luogo fisico in cui Livatino ha edificato i suoi valori.

Tra i visitatori anche il cardinale Marcello Semeraro. Dopo la Beatificazione ha fatto visita prima alla tomba di Livatino, al cimitero di Canicattì e in seguito alla Casa della Memoria. Qui, il cardinale si è soffermato a rendere omaggio alla toga conservata nella camera studio del Beato Rosario Angelo Livatino. Con lui, il cardinale Francesco Montenegro e il vescovo coadiutore Alessandro Damiano. Anche a Casa Giudice Livatino , i nipotini della proprietaria hanno svelato l’effige del neo Beato, alla presenza del sindaco Ettore Di Ventura e dell’assessore Angelo Cuva.

Il plauso dalle Case della Memoria per le iniziative nell’abitazione di Canicattì dove visse la famiglia del Beato Livatino

«L’Associazione plaude alle iniziative pensate per onorare la memora del Beato Rosario Livatino, definito da Papa Giovanni Paolo II “martire della giustizia e della fede” – commenta Adriano Rigoli presidente dell’Associazione Nazionale Case della Memoria -. È stato un momento importante per la Sicilia e per l’Italia intera e siamo orgogliosi di potercene sentire partecipi. Continueremo a seguire da vicino le iniziative di Casa Livatino, ora più che mai elevata a simbolo».

«Accogliamo sempre con grande favore le iniziative organizzate dalle nostre Case della Memoria – aggiunge il vicepresidente dell’Associazione Nazionale Case della Memoria Marco Capaccioli –. È un bene che le nostre Case aprano le loro porte al pubblico, accogliendo i visitatori dentro luoghi che sono carichi di atmosfera. Luoghi dove in qualche modo ci si raccoglie, per ricordare quello che è stato e farne tesoro per il futuro».

Dalla Sicilia, i messaggi di Giuseppe Nuccio Iacono (Case della Memoria Sicilia) e Gabriele Vigneri (Casa Giudice Livatino)

«La presenza della casa Livatino nella nostra rete nazionale aggiunge un significato di grande attualità al concetto di cultura che da oggi è anche il Sapere della Legalità e dell’Antimafia – commenta Giuseppe Nuccio Iacono, referente delle Case della Memoria per la Sicilia -. La giornata di festa ha trovato una Memoria nella stessa Memoria. Non fu certamente un caso che 43 anni fa, proprio il 9 maggio fu assassinato Peppino Impastato. Né fu un caso che dalla Valle dei Templi di Agrigento, nel 1993, sempre in quel giorno di maggio, Papa Wojtyla lanciò un duro anatema contro la mafia».

«Per Casa Giudice Livatino sono stati giorni intensi – spiega Gabriele Vigneri, referente di Casa Livatino – in cui si sono alternati giornalisti impegnati a documentare la beatificazione anche attraverso la descrizione dei luoghi ove si è formato il Beato Rosario Angelo Livatino e i visitatori che hanno colto l’opportunità di una visita guidata alla scoperta della “via della fede” che ha condotto il magistrato canicattinese a divenire beato. L’entusiasmo e la gratitudine di questi ultimi hanno ripagato gli sforzi sostenuti. La casa della memoria diviene così anche la casa del Beato Rosario Angelo Livatino Magistrato e Martire».

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