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Home » Cronaca » 354 infermieri sospesi perché non vaccinati nelle province di Firenze e Pistoia

354 infermieri sospesi perché non vaccinati nelle province di Firenze e Pistoia

Ottobre 27, 2021 da redazione Lascia un commento

Il duplice appello di OPI Fi-Pt: ai colleghi «vaccinatevi», alle istituzioni «velocizzate le procedure di accertamento»

Tra le province di Firenze e Pistoia sono in tutto 354 gli infermieri sospesi dalle varie aziende per non aver adempiuto all’obbligo vaccinale. Dall’Ordine delle professioni infermieristiche interprovinciale Firenze-Pistoia arriva non solo l’appello alla vaccinazione, ma anche un sollecito all’assessorato regionale e alle aziende sanitarie a velocizzare le procedure per la notifica della non vaccinazione e la conseguente sospensione. In modo da scongiurare il rischio di infezione e rendere omogenee le procedure di applicazione del provvedimento.

«Il fatto che le sospensioni proseguano dimostra che dopo tanti mesi dall’obbligo continuano a esserci persone non vaccinate a lavoro – spiegano da OPI Firenze-Pistoia -. Come Ordine confermiamo il nostro fermo sostegno all’obbligo di vaccinazione e invitiamo i colleghi sospesi o in via di sospensione a rivedere loro posizione, anche alla luce dei dati scientifici che confermano nel vaccino un presidio sicuro per la lotta alla pandemia. Invitiamo anche gli infermieri a procedere alla terza inoculazione del vaccino per una maggiore tutela e per non mettere in difficoltà i livelli di assistenza alla persona in ogni luogo dove si esprime il bisogno di infermieristica e del valore umano che ogni infermiere rappresenta».

Intanto le sospensioni continuano, a molti mesi dall’introduzione dell’obbligo vaccinale e con procedure disomogenee. «L’iter di accertamento della sospensione è lungo, quindi alcuni colleghi restano intanto a lavoro – spiegano da OPI Firenze Pistoia -. Chiediamo perciò all’Assessorato regionale e alle Aziende sanitarie di procedere con più rapidità a emanare l’atto di non vaccinazione e la conseguente sospensione dalle attività a rischio di trasmissione dell’infezione. Si sono già verificate diseguaglianze di applicazione: abbiamo infermieri sospesi da due mesi e altri ancora in servizio. Se di rischio infettivo si parla tutti rappresentano potenzialmente un pericolo per la salute degli altri, oltre che propria». 

Ecco come funziona per l’Ordine dopo la comunicazione da parte delle Aziende Sanitarie. «Nel momento in cui l’Ordine riceve l’atto di notifica della mancata vaccinazione, e di conseguenza la sospensione dalle attività lavorative, ne prende immediatamente atto e informa l’iscritto, senza eccezioni – si spiega -. Resta però regolarmente iscritto all’Ordine in modo che, se e quando decide di vaccinarsi, possa essere subito reintegrato a lavoro. Dal momento della sospensione dal lavoro, l’infermiere non può esercitare attività professionali in presenza di assistiti. Se l’infermiere in stato di sospensione promulgato dalle aziende continua a esercitare, rischia una denuncia penale e un provvedimento disciplinare da parte dell’Ordine».

L’Ordine si fa anche portavoce di richieste alle istituzioni per sopperire alla carenza di personale nel pubblico e nel privato. «Noi continuiamo a vigilare ma chiediamo con forza l’assunzione di infermieri dalla graduatoria vigente per i servizi sanitari – ribadiscono da Opi Firenze Pistoia -. Altro punto importante da affrontare riguarda l’assunzione di infermieri e operatori socio sanitari nelle Rsa, strutture spesso in difficoltà per la carenza del personale essenziale a garantire livelli di assistenza necessari».

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