Una serata tra le pagine di un libro in cui si rincorrono vite e fatti che si intrecciano in una Firenze fatta d’arte, poesia e libertà
Una serata dedicata a pagine di storia fiorentina, per ripercorrere tra documenti inediti ed episodi di cronaca cittadina i dieci anni che trascorsero dal 1933 alla Liberazione. Si è tenuta nei giorni scorsi nella sede della proloco di Lastra a Signa, intitolata a Enrico Caruso, la presentazione del libro di Nicola Coccia “Strage al Masso delle fate” (Edizioni Ets, 2021). Insieme all’autore, hanno partecipato Antonio Cambi, Marco Moretti e David Desideri presidente Anpi Carmignano. Nell’occasione, il presidente della Proloco ha donato a Nicola Coccia una medaglia di Bruno Catarzi con il volto di Enrico Caruso.

Al cuore di tutto la volontà di documentare una delle più importanti operazioni partigiane
Un libro che poggia su quindici anni di interviste e ricerche fino al ritrovamento di un documento inedito all’Archivio centrale dello Stato. Tra le pagine, si rincorrono vite e fatti che si intrecciano in una Firenze fatta d’arte, poesia e libertà. Al cuore di tutto la volontà di documentare una delle più importanti operazioni partigiane, condotta nel giugno 1944 contro le linee ferroviarie dell’Italia Centrale. Un episodio restituito con una cronaca viva e puntuale che spazia fra Firenze, Prato, Seano, Carmignano e Poggio alla Malva. Ma dal racconto della Storia, Nicola Coccia si addentra in tante storie che forse senza questo lavoro non avremmo mai conosciuto.
Tra documenti inediti ed episodi di cronaca cittadina Nicola Coccia racconta i dieci dal 1933 alla Liberazione
Oltre a una linea ferroviaria e una fabbrica di esplosivi, nel libro trovano spazio aneddoti su Vasco Pratolini, attore e giornalista pagato con buoni pasto, Bruno Fanciullacci, il gappista più ricercato, e l’uccisione di Giovanni Gentile. E ancora la cattura del famigerato Mario Carità e del suo degno allievo Pietro Koch che per una settimana aveva rinchiuso in un armadio Luchino Visconti. Tra i protagonisti, un seminarista, compagno di studio del futuro cardinale Giovanni Benelli, e uno studente della scuola d’arte di Porta Romana, diventato pittore davanti ai quadri di Lorenzo Viani. Per finire con l’arte, nell’ospitale casa di Ottone Rosai.
La Storia e tante altre storie significative riportate alla luce grazie al lavoro di Nicola Coccia
Nicola Coccia, tratteggia gli anni che forgiano la cultura, l’arte, la letteratura e l’impegno civile e politico della Firenze e dell’Italia dell’immediato dopoguerra. Lo fa con la penna vivida del narratore e l’accuratezza del giornalista: la sua storia con le parole e i fatti inizia all’«Avanti» nel 1966 per poi proseguire nella redazione fiorentina del «Lavoro» di Genova, diretto da Sandro Pertini. Assunto alla «Nazione» nell’estate 1978, si è occupato dei principali fatti di cronaca che hanno segnato la storia di Firenze negli ultimi 30 anni. Con il libro “L’arse argille consolerai. Carlo Levi, dal confino alla Liberazione di Firenze” (2016) ha vinto il Premio Carlo Levi.
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