Si è tenuto nei giorni scorso l’appuntamento inserito nel cartellone OFF de “L’Eredità delle donne”
Ha messo al centro donne fuori dagli schemi, protagoniste della cultura, della ricerca, dell’arte e del pensiero innovativo, l’iniziativa “La multiforme intelligenza femminile”, inserito nel calendario OFF de “L’Eredità delle Donne”. Una due giorni all’Hotel Borghese di Firenze che, attraverso mostre, dialoghi e performance, ha mostrato come la storia femminile sia ricca di creatività, coraggio e percorsi che hanno sfidato modelli pedagogici e sociali rigidi. L’appuntamento si è aperto con l’inaugurazione della mostra collettiva a cura di Paola Neri, che ha riunito fotografia, pittura e scultura di sei artiste: Caterina Cecioni, Sylvie Duvernoy, Franca Frittelli, Viviana Falco, Simonetta Leonetta Luparini e Paola Neri.

Dialoghi sulla complessità dell’educazione
Appuntamento clou con “Le professioni, luci e ombre: la scienziata e l’artista” che ha visto la prof.ssa Franca Frittelli e la dott.ssa Simonetta Paloscia aprire un dialogo ispirato al pensiero della complessità di Edgar Morin, all’Archeomitologia di Marija Gimbutas, all’antropologia di Heide Göttner-Abendroth e agli studi sociologici di Riane Eisler. Il confronto ha messo in luce la situazione sociale egualitaria il passaggio alla predominanza patriarcale con il conseguente sistema educativo binario e alla invisibilità delle donne. Per secoli, l’educazione maschile ha dato risalto alla virilità e alla sfera cognitiva con l’intento di formare uomini in grado di ricoprire ed esercitare ruoli di comando e di potere. L’educazione riservata al genere femminile, invece, ha dato spessore alla sfera emotiva e a forme di sapere basate sul fare e sulla manualità. Un’educazione tarata su dipendenza, passività e ubbidienza.
Donne fuori dagli schemi: pensatrici che hanno cambiato la storia
Nonostante i limiti imposti, sono sempre esistite figure femminili che hanno infranto le convenzioni e meritano di essere ricordate per l’impegno, le competenze e la genialità. Fra queste si è parlato di Agnodice, chirurga e guaritrice ateniese del IV secolo a.C., che si tagliò i capelli e indossò abiti maschili pur di esercitare la professione medica, allora vietata alle donne. Ma anche Maria Sibylla Merian (1647–1717), naturalista, esploratrice e illustratrice scientifica che superò ogni modello pedagogico e culturale del suo tempo, diventando una delle prime donne a viaggiare nel Nuovo Mondo per studiare insetti e piante. Donne fuori dagli schemi, capaci di ribaltare le aspettative di genere e di lasciare un’eredità culturale rivoluzionaria.
Medea: l’immigrazione femminile tra culture e pregiudizi
La seconda giornata è stata invece dedicata alla presentazione del film sperimentale e della performance incentrata su brani della tragedia “Medea” di Euripide, con la partecipazione del gruppo di Arte-Teatroterapia di cecina (Li) diretto dalla prof.ssa Franca Frittelli. Tema centrale, l’immigrazione femminile, nelle diversità delle culture e nei pregiudizi: un argomento, secondo i promotori, “ricorrente e attualissimo al pari dei genocidi, lo sterminio come forma di potere e di vendetta”. Alla performance hanno partecipato: Elena, Elisabeth, Laura, Lucia, Maria Grazia, Monica, Oriana e Suzy.
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