Frutto di un accordo tra Anbi Toscana e Autorità di Bacino, il progetto prevede l’installazione di otto centraline su sei fiumi toscani
Monitorare e quantificare le plastiche nei fiumi toscani. È questo l’obiettivo dell’accordo siglato da Anbi Toscana e Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Settentrionale. I due enti porteranno infatti avanti in sinergia il progetto “River Eye”, un intervento di monitoraggio e quantificazione dei rifiuti flottanti nei corsi d’acqua del territorio toscano, in linea con le finalità della cosiddetta legge “SalvaMare”.

Masetti (Anbi): «Fondamentale fare squadra su un tema complesso come la gestione dei corsi d’acqua»
«Purtroppo, anche i fiumi toscani sono interessati da un significativo problema di inquinamento da plastica – spiega Paolo Masetti presidente di Anbi Toscana – e il nostro ruolo è anche, e sempre più, quello di tutelare l’ambiente e il territorio. Questa iniziativa è realizzata in collaborazione con l’Autorità di Bacino: credo sia fondamentale fare squadra su un tema complesso come la gestione dei corsi d’acqua, che vede la presenza di competenze diverse e sinergiche, per coordinare sforzi e interventi. In questo senso, il progetto River Eye sarà un uno strumento importante per monitorare la qualità e la quantità dei rifiuti presenti nei nostri corsi d’acqua e adottare strategie mirate per mitigare il problema dell’inquinamento da plastiche».
Zappalorti (Anbi): «Crediamo molto in questo nuovo progetto per la gestione di questa problematica»
«Oggi, per i Consorzi di Bonifica della Toscana, occuparsi dei corsi d’acqua significa tantissime cose: tra queste ci sono anche attività e progetti di tutela ambientale – aggiunge Fabio Zappalorti direttore generale di Anbi Toscana -. Nel corso degli anni, attraverso varie iniziative, spesso in collaborazione con associazioni ambientaliste, i Consorzi hanno incrementato il loro contributo nel monitoraggio e nel recupero dei rifiuti, ma anche nella sensibilizzazione sul tema. Crediamo molto in questo nuovo progetto, come valido supporto nella gestione di questa problematica».
Checcucci (Adb): «Azioni di monitoraggio e raccolta delle plastiche nei fiumi, per l’ecosistema fluviale»
«Stiamo proseguendo con determinazione nell’attuazione del programma triennale sperimentale previsto dalla legge ‘SalvaMare’ per contrastare l’inquinamento da macro e microplastiche nei fiumi e nel mare – sottolinea Gaia Checcucci, segretario generale dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Settentrionale –. Il progetto River Eye rappresenta un ulteriore tassello di questa strategia integrata; si inserisce nell’iniziativa ‘Alleanza per il fiume’ e valorizza la collaborazione avviata già da tempo con Anbi Toscana e i consorzi di bonifica, mettendo a disposizione risorse importanti per attivare azioni di monitoraggio e raccolta delle plastiche, nell’ottica del miglioramento e della conoscenza sempre più approfondita dell’ecosistema fluviale».
Il progetto per monitorare e quantificare la presenza di plastiche nei fiumi toscani nel dettaglio
Nello specifico, il progetto prevede l’implementazione di un sistema automatizzato per monitorare e quantificare i rifiuti plastici galleggianti in ambito fluviale, attraverso l’installazione di unità River Eye, sistema proprietario sviluppato dalla startup Blue Eco Line Srl. L’obiettivo è la raccolta di dati oggettivi, georeferenziati e continuativi, al fine di supportare l’analisi delle dinamiche di accumulo e trasporto dei macroinquinanti plastici nei corsi d’acqua.
Le centraline, dotate di telecamere ad alta risoluzione e connesse a sistemi di elaborazione basati su algoritmi di intelligenza artificiale, saranno installate su alcuni corsi d’acqua toscani in otto sitiche toccheranno tutti e sei i comprensori dei Consorzi di Bonifica toscani. I corsi d’acqua individuati sono, l’Arno con tre postazioni in località Giovi (Ar), Camaioni (Montelupo Fiorentino) ePisa, il Bisenzio a Signa (Fi), e i fiumi Versilia,Cecina, Ombrone Grossetano e Albegna.
L’obiettivo del monitoraggio che durerà per l’intero 2026: la redazione di un “Bilancio plastica a scala di bacino”
Il monitoraggio, che durerà per tutto il 2026, e l’analisi dei dati serviranno a valutare i trend di accumulo di plastica nei diversi corsi d’acqua, identificando le aree critiche di accumulo e le fonti principali d’inquinamento. I dati confluiranno quindi in un report finale realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università degli Studi di Firenze per la redazione di un “Bilancio plastica a scala di bacino”.
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