Il rischio sismico e quello idraulico, insieme al rischio da frana, sono quelli a cui la Toscana è maggiormente esposta. Per questo, a proposito, è necessario fare informazione. Temi caldi, che saranno affrontati nell’Assemblea regionale dei Geologi della Toscana che si terrà il prossimo 21 novembre, nell’Auditorium del Palazzo di Giustizia di Firenze. Un momento di confronto durate il quale si discuterà anche del ruolo dei geologi e della loro importanza per la tutela del territorio e di un suo sviluppo sostenibile. In vista dell’evento, ecco l’analisi di Marcello Brugioni, presidente dell’Ordine dei Geologi della Toscana.

«A breve, con l’aggiornamento della l.r. 41/2016, il quadro conoscitivo e normativo sulle aree a rischio alluvione sarà tra i più evoluti in Italia»
«Le aree soggette a pericolosità elevata e media di alluvione in Toscana assommano a circa 4.000 km quadrati e interessano buona parte delle aree di pianura. Le aree a pericolosità e rischio sono ben definite nelle mappe delle Autorità distrettuali, in primo luogo in quelle dell’Autorità di Distretto dell’Appennino Settentrionale che racchiude quasi il 90% del territorio regionale. Tali mappe, per effetto delle normative regionali, sono ulteriormente approfondite e dettagliate in fase di predisposizione degli strumenti urbanistici comunali e intercomunali.
Proprio in questi mesi è in corso un’importante iniziativa della Regione per aggiornare, con la collaborazione di tutti gli enti coinvolti, la legge regionale 41/2016 al fine di renderla adatta a fronteggiare quei fenomeni, quali i crolli arginali e l’occlusione di ponti e tombamenti, connessi con la fase di forte cambiamento climatico che stiamo attraversando e che ci hanno colpito in questi ultimi anni, vedi la disastrosa alluvione del 2023 a Campi Bisenzio e non solo. Una volta completato questo percorso è mia opinione che il quadro conoscitivo e normativo, sia a scala distrettuale che regionale e comunale, sarà tra i più evoluti in Italia».
Secondo il presidente dell’Ordine dei Geologi della Toscana è «necessario diffondere le informazioni sul rischio sia per le possibili azioni di prevenzione che per sapere cosa fare in fase di evento»
Ma c’è ancora molto da fare: in primo luogo diffondere le informazioni sul rischio. «Tutte queste informazioni – prosegue Brugioni – benché presenti e disponibili nei vari siti istituzionali, hanno una scarsa diffusione e conoscenza: vengono utilizzate per la redazione dei piani urbanistici, ma sono perlopiù ignorate dal grande pubblico, mentre invece la loro diffusione è fondamentale sia per le possibili azioni di prevenzione che per sapere cosa fare in fase di evento.
Proprio per questi motivi, da parte della Regione, è in fase di predisposizione un piano di comunicazione in merito a rischio idraulico e da frana, a cui parteciperemo anche come Ordine regionale, per far sì che si conoscano a tutti i livelli le aree soggette a fenomeni di alluvione o da frana, quali possono essere le tipologie di fenomeno che si possono verificare, qual è il livello di rischio connesso per beni e persone e quali sono le azioni che l’intera comunità, ed ovvero enti/associazioni/cittadini, possono predisporre per mitigare i danni».
«Richiamare l’attenzione di amministrazioni e cittadini sul rischio sismico è un’altra azione molto importante»
Fondamentale anche fare informazione sul rischio sismico. «Richiamare l’attenzione di amministrazioni e cittadini sul rischio sismico è un’altra azione molto importante: se ne deve parlare perché nella nostra regione ci sono più di 250 Comuni che sono classificati in zone 2 e 3 ovvero dove sono possibili, con diversa probabilità a secondo della zona, anche forti terremoti.
La Toscana anche in questo si sta muovendo con attenzione e, sempre nell’ambito della predisposizione degli strumenti urbanistici, la quasi totalità dei Comuni, seguendo le indicazioni dei regolamenti regionali in materia, ha predisposto la microzonazione sismica di primo livello: oltre 150 amministrazioni possiedono o stanno completando i livelli 2 e 3, ovvero approfondimenti di dettaglio tesi a giungere alla determinazione di dati analitici quali il fattore di amplificazione sismica e la carta di microzonazione sismica – estremamente importante sia per la pianificazione di nuovi interventi sia per la conoscenza di quali sono le zone in cui in caso di sisma si possono avere i maggiori effetti di potenziale distruzione – e le aree di ulteriore dettaglio suscettibili di amplificazione locale».
«Proprio dalla sismica e dalla normativa ad essa connessa si possono derivare indirizzi e indicazioni molto validi anche per le costruzioni in aree oggetto di pericolosità idraulica»
«Proprio dalla sismica e dalla normativa ad essa connessa – conclude il presidente dell’Ordine dei Geologi della Toscana -, si possono derivare indirizzi e indicazioni molto validi anche per le costruzioni in aree oggetto di pericolosità idraulica: infatti come è possibile realizzare edifici capaci di sopportare sollecitazioni sismiche se adeguatamente progettati, così è possibile realizzare anche nuove edificazioni – e anche ristrutturare le esistenti – in zone allagabili con differente pericolosità, con adeguati accorgimenti costruttivi che le proteggano in caso di evento. Si tratta di progettare strutture capaci di resistere agli eventi, di proteggere i beni interni e di consentirne la immediata riattivazione con danni minimi appena l’evento è passato. Ciò è possibile ed è un argomento che si sta affrontando a scala regionale e non solo».
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