“Noi, adolescenti a spalare il fango”
A quasi sessant’anni dall’alluvione che travolse Firenze il 4 novembre 1966, gli ospiti dell’RSA La Chiocciola di Firenze, gestita dal Consorzio Zenit, si ritroveranno mercoledì 5 novembre per condividere i loro ricordi e le loro emozioni legate a quel tragico evento che ha segnato profondamente la città e la vita di tanti fiorentini.
Durante la mattinata ci sarà la proiezione immagini e brevi filmati storici che ripercorrono quei giorni drammatici e i dati delle devastazioni che colpirono Firenze. Ognuno dei partecipanti racconterà la propria esperienza personale. Chi vide l’acqua entrare in casa e poi dovette buttare via tutto, chi abitava ai piani alti e vide i portoni sfondati. E ancora, chi si muoveva in barca per fare la spesa o per soccorrere i vicini. Alcuni ricorderanno anche le evacuazioni dai terrazzi, o momenti di vita quotidiana improvvisamente stravolti.
Tra le testimonianze, quella di Teresa, che ricorda come, per un caso del destino, decise all’ultimo di non andare in discoteca quella sera, evitando situazioni di pericolo. Franca, Maria Carla, Angela e Stefano racconteranno invece di come, dal terrazzo, venivano presi per procurarsi i generi di prima necessità. E questo in un momento in cui la città sembrava ferma ma già preparava la sua rinascita. Saranno complessivamente una ventina gli anziani ospiti, tutti over 80, che racconteranno di quei giorni dell’alluvione in cui erano poco più che adolescenti.
Per gli ospiti dell’RSA, questo incontro non è solo un’occasione di memoria storica. È anche un momento terapeutico: rivivere insieme quelle esperienze aiuta a stimolare la memoria, a dare voce alle emozioni e a trovare conforto nel riconoscersi in un vissuto comune.
“Ricordare insieme l’alluvione significa non solo rendere omaggio a un capitolo importante della storia fiorentina, ma anche valorizzare la forza e la resilienza di chi l’ha vissuta — hanno spiegato le educatrici dell’Rsa — Questi momenti di memoria condivisa hanno un grande valore umano e terapeutico: rafforzano il senso di comunità e ci ricordano quanto la solidarietà possa trasformare anche le prove più dure in occasioni di rinascita”.
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