Il “Gran Diamante” è stato per anni al centro della ricerca del maestro orafo fiorentino Paolo Penko che lo ha ricreato nel 2021
Per 100 anni se ne erano perse le tracce, ma Firenze non l’ha mai dimenticato. Grazie anche alla riproduzione realizzata, nel 2021, dal maestro orafo fiorentino Paolo Penko che ha dedicato molto del suo lavoro alla ricerca sui gioielli medicei. Dopo oltre un secolo è ricomparso, insieme a quasi tutto il tesoro della famiglia imperiale austriaca degli Asburgo, il “Gran Diamante” del Granduca di Toscana, noto anche come “Il Fiorentino” (o Florentiner). Secondo quanto dichiarato a “Der Spiegel” da Karl Habsburg, nipote e omonimo dell’ultimo imperatore austriaco, il tesoro è rimasto in una cassetta di sicurezza in una banca in Quebec, dove la moglie di Carlo I, Zita di Borbone-Parma, lo mise al sicuro decenni fa, stabilendo che il segreto del caveau canadese fosse rivelato solo cento anni dopo.
La storia dei gioielli degli Asburgo, da Firenze al Canada

I gioielli che Zita aveva preso con sé durante la fuga dall’Europa erano ancora lì nella valigia di cuoio utilizzata dall’imperatrice, Florentiner incluso. Un leggendario diamante da 137 carati, di color giallo citrino, nel XVII secolo considerato la seconda gemma più grande al mondo. Acquistato nel 1601 da Ferdinando I de’ Medici e lavorato dal tagliatore Pompeo Studendoli, rimase nelle mani della famiglia fiorentina fino al passaggio della Toscana ai Lorena, nel 1737, quando fu portato a Vienna. Nel novembre 1918, sul finire della I Guerra Mondiale, l’imperatore Carlo I fece trasferire i gioielli della corona dalla camera del tesoro della Hofburg di Vienna in Svizzera. A partire dal 1921 però si persero le tracce del tesoro. E si ipotizzava che il diamante fosse stato spezzettato, venduto o semplicemente andato perduto.
L’omaggio di Firenze: la riproduzione firmata Paolo Penko

Un gioiello che è stato per anni al centro della ricerca del maestro orafo fiorentino Paolo Penko, che nel 2021 lo ha ricreato, per la prima volta al mondo, nella preziosa montatura serpentinata con cui Maria Maddalena d’Austria era solita sfoggiare il diamante. Un risultato frutto di uno studio approfondito degli inventari medicei. Il serpente è realizzato con la tecnica della fusione in osso di seppia e modellato per accogliere la riproduzione del Fiorentino in zirconia cubica. La montatura è impreziosita con lo stesso numero di diamanti dell’originale, ben 182 pietre taglio antico a rosetta, incastonati con piccoli frammenti di foglia argentata.
La mostra su “Il Fiorentino” e il ritrovamento del calco

Del prezioso gioiello si tornò a parlare, e molto, nel 2021, grazie alla mostra “Il Fiorentino. Il Gran Diamante di Toscana” allestita a Palazzo Medici Riccardi. L’esposizione ripercorreva le vicende di questo manufatto tanto straordinario quanto misterioso. Proprio la nuova fama del Fiorentino favorì la riscoperta, nei depositi del Museo Archeologico di Firenze, del calco in gesso utilizzato per la sua creazione, conservato in una piccola scatola da gioielliere. Un ritrovamento a cui contribuì il crescente interesse sul mitico gioiello. Non a caso, la mostra fu prorogata proprio a seguito del ritrovamento del calco suscitando curiosità ed emozioni. Ora, il nuovo sogno è rivedere in mostra il vero ‘Florentiner’: un’opera d’arte a tutti gli effetti che merita finalmente di tornare a splendere.
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