Dopo un accurato restauro, il cuore dell’Abbazia di Settimo a Scandicci torna accessibile
Il Chiostro dei Melaranci torna a vivere. Dopo anni di silenzio e lavori complessi, il Chiostro dei Melaranci dell’Abbazia di Settimo a Scandicci torna finalmente a essere un luogo vivo, aperto e accogliente. Il restauro ha restituito luce e armonia a uno dei complessi monastici più antichi e significativi del territorio fiorentino, parte di un più ampio percorso di valorizzazione che mira a fare dell’Abbazia un centro di spiritualità, cultura, arte, ospitalità e memoria condivisa.

Restauro del Chiostro dei Melaranci a Scandicci, uno spazio tra architettura e natura
L’intervento ha interessato non solo gli elementi architettonici, ma anche l’ambiente che circonda il chiostro, restituendo l’equilibrio originario tra pietra, luce e vegetazione. Sono stati ripristinati gli antichi agrumi che un tempo ornavano il cortile interno — i “melaranci” da cui il chiostro prende il nome — e reinseriti elementi paesaggistici coerenti con la storia del luogo. Un lavoro di recupero che unisce rigore filologico e sensibilità ambientale, restituendo allo spazio la sua autentica identità.
Ritrovamenti che raccontano un passato remoto
Durante i lavori di restauro, il sito ha rivelato importanti testimonianze archeologiche. Tra i ritrovamenti, una necropoli e i resti di strutture altomedievali, tra cui una capanna longobarda (Grubenhaus) databile all’VIII secolo d.C. Queste scoperte attestano la presenza di un insediamento antecedente la fondazione dell’Abbazia e offrono nuove prospettive di studio sul territorio e sulla sua continuità storica.
L’impegno della Soprintendenza e delle istituzioni
Il progetto di recupero dell’Abbazia ha trovato nuovo slancio grazie alla direzione dell’architetto Antonella Ranaldi, a capo della Soprintendenza di Firenze e già protagonista del grande progetto di valorizzazione dell’anfiteatro romano di Milano. Al suo fianco, l’architetto Gabriele Nannetti, Soprintendente a Siena e profondo conoscitore.
Un incontro di visioni e di valori
Si tratta di un momento cruciale per la rinascita dell’Abbazia. Un risultato reso possibile dall’incontro tra Don Carlo Maurizi e il Cavaliere Paolo Nocentini, imprenditore e filantropo, presidente della Savino Del Bene, che ha sostenuto il progetto con profonda convinzione.
“Un segno di pace e bellezza”
“Il restauro del Chiostro dei Melaranci rende evidente e percepibile il valore del recente recupero dell’Abbazia di Settimo, dopo 240 anni, per il patrimonio culturale e spirituale dell’Italia”, ha dichiarato Don Carlo Maurizi. “Valore per il bene architettonico in sé, per il lavoro a regola d’arte compiuto, per le prospettive future che apre. In tempi nei quali vengono innalzati nuovi muri fra i popoli, la demolizione della folle barriera che divideva il chiostro è un segno per tutti gli operatori di pace e di bellezza. Siamo grati a coloro che l’hanno reso possibile.”
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