Fare il Dream Team dei sindaci Toscani. Nella composizione della giunta toscana è l’occasione politica perduta che né il presidente Giani né le segreterie della coalizione hanno saputo o voluto cogliere. In una fase così difficile per il centrosinistra nazionale, con la campagna elettorale alle porte, con il centrodestra così impegnato a detoscanizzare l’Italia, dalla Regione sarebbe potuto passare un messaggio chiaro: la Toscana è un modello. E la base di questo modello sono i sindaci che sul territorio hanno ben governato in questi anni complicati dalla pandemia e dalla crisi economica.

Brenda Barnini (PD) a Empoli, Matteo Biffoni (PD) a Prato, Lorenzo Falchi (AVS) a Sesto Fiorentino, e Francesco Casini (IV) a Bagno a Ripoli, rappresentano per il centrosinistra la migliore classe dirigente che possa avere. E la dimostrazione plastica di questo risiede nelle migliaia di elettori che, nel calo drammatico del Pd e della coalizione nell’area metropolitana allargata li hanno sostenuti. (13.682 Barnini; 22.155 Biffoni; 14.694 nei due collegi Firenze 1 e 4 per Falchi, 7.161 Casini nei collegi Firenze 1 e 2).
Costituire una giunta con questi nuovi ingressi, unitamente alle riconferme di alcuni punti fermi della precedente squadra di governo, sarebbe stato riconoscere anche il gradimento degli elettori, far subentrare i non eletti per permettere loro di formarsi e formare una nuova classe politica in vista degli impegni elettorali, il primo dei quali sarà il delicato passaggio delle politiche 2027.
Le regole della maggioranza
Certo c’era da lavorare: per esempio dire a Falchi che è troppo facile restare in consiglio per fare il battitore libero su temi necessari ma impopolari per i suoi come l’aeroporto. Far capire a Monni e Fossi che voler portare il modello Campi Bisenzio su base Toscana, rischia di far accadere quello che è accaduto a Campi, ovvero FdI come primo partito; oppure quello che è accaduto nel collegio Firenze 4 dove le guerre ai riformisti hanno portato in consiglio sempre un esponente di Fratelli d’Italia. Fatti che con tutto il rispetto per il centrodestra, al centrosinistra non possono e non devono andare bene.
L’unica promozione compatibile con la possibile creazione del tream team, è stata quella di Filippo Boni; l’ex vicesindaco di Cavriglia, eletto in consiglio regionale con 10.624 preferenze è stato chiamato da Giani nella sua squadra di governo.
Ma certo le nomine di Giani sono state sicuramente trend topic sui social, tra selfie, condivisioni, ed effetto Mandami. Quando durerà? Giusto il tempo di approfondire un attimo, per capire che dall’effetto wow, ai primi mal di pancia (citofonare Biffoni) è un attimo. E soprattutto per essere consapevoli che tra listini bloccati e listini ‘di proscrizione’ per i candidati sgraditi il Dream Team era l’unica mossa da fare per recuperare un minimo di senso, e di rispetto del volere popolare.
Cato Maior
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