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Home » Cronaca » Montagna in prima linea, la campagna Anbi parte dalla Toscana per riportare le aree interne al centro dell’agenda politica

Montagna in prima linea, la campagna Anbi parte dalla Toscana per riportare le aree interne al centro dell’agenda politica

Novembre 19, 2025 da redazione Lascia un commento

La nuova campagna di Anbi parte dal Monastero di Camaldoli per riportare al centro del dibattito nazionale la tutela delle aree montane, minacciate da spopolamento, carenza di servizi e fragilità idrogeologica

Anbi, Associazione nazionale dei consorzi di gestione e tutela del territorio e delle acque irrigue, parte dal silenzio antico del Monastero di Camaldoli, dove boschi fittissimi raccontano secoli di equilibrio fragile tra uomo e natura, per dare voce alla montagna. Appuntamento domani, giovedì 20 novembre 2025.

E’ dal cuore del Casentino, infatti, che Anbi ha scelto di inaugurare una campagna nazionale dedicata alle aree interne e marginali.

Anbi

Un percorso che intende rimettere al centro del dibattito pubblico quei territori che da anni vivono le stesse parole chiave: spopolamento, riduzione dei servizi essenziali, scarsità di risorse per la manutenzione e prevenzione del dissesto. E che proprio per questo chiedono ascolto, strategie e investimenti.

Il peso strategico delle terre alte per la sicurezza del Paese

La consapevolezza che la montagna non sia un margine, ma un fulcro della sicurezza idrogeologica nazionale, corre come un filo rosso fra gli interventi degli organizzatori. Francesco Vincenzi, presidente di Anbi nazionale, ricorda che oltre 13 milioni di italiani vivono nelle aree interne, e quasi 9 milioni risiedono nelle zone montane. Numeri che raccontano una realtà tutt’altro che residuale. Da qui nasce l’urgenza di interventi mirati, perché la manutenzione delle terre alte è la prima difesa dei territori a valle. I Consorzi di bonifica, sottolinea Vincenzi, svolgono un ruolo cruciale, ma hanno bisogno di politiche che garantiscano la continuità del presidio umano, unico vero argine all’abbandono.

Il direttore generale di Anbi, Massimo Gargano, amplia la visione: ciò che accade in montagna influenza l’intero sistema economico locale e nazionale. Le esperienze che saranno presentate al convegno testimoniano un modello che integra sicurezza idraulica ed economia del territorio, con interventi che difendono l’ambiente e, allo stesso tempo, rafforzano la vitalità delle comunità.

Dalla Toscana un messaggio al Paese: proteggere le aree interne significa proteggere tutti

La scelta della Toscana come punto di partenza non è casuale. Il presidente di Anbi Toscana, Paolo Masetti, ricorda quanto le aree interne siano centrali nella programmazione regionale dei Consorzi di bonifica. Qui la montagna viene considerata parte essenziale dei servizi ecosistemici: investire in questi territori significa garantire equilibrio idrografico e tutela fino a valle. Una visione condivisa da Fabio Zappalorti, direttore di Anbi Toscana, che rimarca come ogni intervento nei territori alti abbia un impatto decisivo sulla sicurezza idraulica e sulla gestione delle risorse idriche.

La dimensione sociale, oltre che tecnica, emerge con forza dalle parole di Serena Stefani, presidente del Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno. Le “storie di chi ha deciso di restare”, racconta, sono la prova concreta del valore umano e ambientale delle terre alte. Difendere la montagna significa sostenere comunità resilienti e, insieme, proteggere l’intero reticolo idrografico.

Il convegno di Camaldoli: buone pratiche, ricerca e governance a confronto

Nel programma della giornata trovano spazio case history significative, portate dai Consorzi Alto Valdarno, Volturno e Parmense. Fra queste spicca la “passeggiata progettante”, un intervento recente nell’area di Camaldoli che unisce difesa idraulica e salvaguardia degli ecosistemi, dimostrando come progettazione tecnica e tutela ambientale possano dialogare.

Il confronto scientifico e tecnico aprirà la prima parte del convegno, con esperti provenienti da università, enti di ricerca, parchi nazionali e amministrazioni locali. Voci diverse, chiamate a esplorare modelli di gestione sostenibile e approcci innovativi al presidio delle aree montane.

La seconda sessione guarderà invece alle politiche e alla governance delle aree interne, con il contributo della Regione Toscana, della Regione Emilia Romagna, dell’Autorità di Bacino e di Federparchi. Un mosaico istituzionale che dovrà tradurre in scelte concrete il lavoro sul campo dei Consorzi e dei territori.

La giornata si chiuderà con una visita guidata all’intervento realizzato dal Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, un esempio tangibile di come la difesa idraulica possa integrarsi con la conservazione dell’ambiente.

La montagna come priorità nazionale

L’appuntamento di Camaldoli diventa così un manifesto: riportare la montagna al centro non è una questione romantica, ma strategica. È in queste terre che si gioca una parte decisiva della sicurezza, della sostenibilità ambientale e dell’equilibrio idrogeologico dell’Italia. Ed è da qui che Anbi sceglie di ripartire, con una campagna che vuole trasformare l’urgenza in azione e le criticità in opportunità.

Archiviato in:Cronaca Contrassegnato con: Arezzo, Toscana

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