L’eccellenza toscana resta tale, anche tra le mura di casa. A raccontarla c’è il video “Excellence never stops”, l’eccellenza non si ferma, un progetto di Destination Florence CVB, l’ente ufficiale per la promozione turistica di alta qualità e di Studio Riprese Firenze. Sulle note di We’ll meet again, la canzone del 1939 citata anche nel discorso della Regina Elisabetta sul Coronavirus il video racconta le eccellenze toscane. Dal buon cibo all’accoglienza, dai grandi vini all’arte, dalla tutela del passato alla valorizzazione delle culture contemporanee. Piaceri e bellezza raccontati e “rappresentati” con ironia dai diretti protagonisti. Che per l’occasione aprono le porte delle loro abitazioni.
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Bettini, Anpas Toscana: «Gli artisti aiutino il volontariato, non lo dileggino»
Solidarietà al presidente nazionale di Anpas messo alla berlina sul profilo ufficiale Instagram del comico Andrea Baccan

«La vita reale non è il palcoscenico. Invece di dileggiare il simbolo e i colori delle Pubbliche Assistenze, il comico Pucci farebbe bene a chiedere scusa».
Il presidente di Anpas Toscana, Dimitri Bettini, ha espresso solidarietà al presidente nazionale di Anpas, il virologo Fabrizio Pregliasco, messo alla berlina sul profilo ufficiale Instagram di Andrea Baccan, il vero nome di Pucci, ossia il comico noto per i programmi sulle reti Mediaset.
[Leggi di più…] infoBettini, Anpas Toscana: «Gli artisti aiutino il volontariato, non lo dileggino»Bonifica, i contributi possono essere riscossi tramite ruolo
Lo stabiliscono due sentenze della Cassazione relative a casi toscani
I Consorzi di Bonifica possono riscuotere i tributi tramite ruolo. A stabilirlo sono due sentenze della Corte di Cassazione. La Corte suprema ha infatti respinto il ricorso di alcuni cittadini contro due sentenze della Commissione Tributaria Regionale (CTR) della Toscana che si era espressa, nel 2014 a favore del Consorzio di Bonifica Toscana Costa e, nel 2016, all’allora Consorzio di bonifica dell’area grossetana.
[Leggi di più…] infoBonifica, i contributi possono essere riscossi tramite ruoloAnpas Toscana raccoglie l’invito alla donazione del plasma iperimmune per la terapia anti Covid-19
L’appello era arrivato dall’assessore regionale alla Salute, Stefania Saccardi

«Abbiamo lanciato un appello a tutti i toscani appena guariti dal Covid-19, che siano o meno nostri donatori: fate il test sugli anticorpi per donare il plasma. Potrete salvare chi come voi è stato colpito dal virus». Così il presidente di Anpas Toscana, Dimitri Bettini, con il responsabile regionale per le donazioni Patrizio Ugolini. Le Pubbliche assistenze hanno raccolto a loro volta l’invito alla donazione arrivato dall’assessore regionale per il diritto alla salute, Stefania Saccardi.
La Toscana ha dato il via al progetto di terapia al plasma iperimmune che verrà applicato sui casi con distress respiratorio dovuto a coronavirus. In particolare l’utilizzo precoce del plasma iperimmune, utilizzato su pazienti non ancora intubati, potrebbe avere un ruolo importante nel ridurre il rischio di trasferimento in terapia intensiva.
La donazione di plasma potrebbe giungere chiedendo la collaborazione dei donatori abituali. Il volontariato ha risposto fin da subito alla mobilitazione, convocando i suoi donatori abituali, dando il via a un vero e proprio passaparola.
«Partendo dalla donazione di plasma dei guariti – ha detto ancora Dimitri Bettini – verranno altri curati altri pazienti alle prese con la stessa patologia. Con una donazione si possono curare tre pazienti».
Possono donare plasma coloro che sono stati nella condizione di quarantenati confermati positivi non ospedalizzati, oppure i paucisintomatici in quarantena domiciliare.Per donare è possibile prendere contatto con il proprio servizio trasfusionale di riferimento. Per informazioni ci si può rivolgere al Centro Regionale Sangue (3316364452) oppure alla pubblica assistenza più vicina del territorio di residenza.
Edera, la carta si anima
Nel numero di maggio le immagini prendono vita
Un connubio di idee e innovazione tecnologica. Con Edera, la carta si anima. Nel trentaquattresimo numero della rivista, grazie alla speciale e innovativa App Aria, le immagini prendono vita e si animano. Le foto e le grafiche diventano video, da guardare direttamente sullo schermo del proprio smartphone.
[Leggi di più…] infoEdera, la carta si animaSpesa sospesa nei Coop.Fi, la catena di solidarietà
Una somma di 120.000 euro per i nuovi poveri dell’emergenza sanitaria
Grazie al progetto di spesa sospesa nei Coop.Fi, la catena di solidarietà, sono stati distribuiti pacchi alle persone che si sono trovate in povertà. Ben sedicimila donazioni alle casse di soci e clienti e raddoppiate dalla Fondazione Il Cuore si scioglie.
[Leggi di più…] infoSpesa sospesa nei Coop.Fi, la catena di solidarietàParco dei Renai: domani la riapertura
Le regole: distanziamento sociale, accesso contingentato a 1060 visitatori alla volta, vietati sport e pic nic. Obbligo di indossare la mascherina

Riapre il parco dei Renai. Domani, sabato 9 maggio l’area verde del comune di Signa riapre i battenti. L’orario sarà dalle 12 alle 20 nei giorni feriali, dalle 9 alle 20 nei festivi. L’inaugurazione della stagione è fissata alle 10 con un simbolico taglio del nastro alla presenza del sindaco di Signa, Giampiero Fossi, del presidente e dell’amministratore delegato della società di gestione del parco, Daniele Donnini e Andrea Marzi.
[Leggi di più…] infoParco dei Renai: domani la riapertura«Io, giovane infermiere, in prima linea contro il Coronavirus»
L’intervista a Niccolò Caciolli, da metà marzo a lavoro nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Prato
Niccolò Caciolli, classe 1991, è membro del gruppo di lavoro dedicato ai giovani creato da Opi Firenze-Pistoia. Dopo la laurea triennale all’università di Firenze (sede di Empoli) a dicembre 2014, ha lavorato per una RSA in Toscana per 10 mesi nel 2015. A fine 2015 si è poi trasferito in Inghilterra per quattro anni, lavorando i primi due anni in triage di chirurgia di emergenza, mentre fra il 2018 e il 2019 è stato uno dei coordinatori di reparto dell’ospedale ortopedico. Da qualche mese è tornato in Italia e dopo un’esperienza alla misericordia di San Casciano, Niccolò è uno degli infermieri che da metà marzo lotta in prima linea contro il Coronavirus, nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Prato.

Perché un giovane sceglie di fare l’infermiere?
«Io l’ho scelto perché ero affascinato da questo settore. Molti invece lo scelgono per la possibilità lavorativa che offre. Questo è infatti uno dei percorsi accademici in cui ti laurei e difficilmente sei disoccupato. C’è chi decide di fare l’infermiere per vocazione e chi magari si trova a infermieristica dopo aver provato anche altri test d’accesso, ma poi si appassiona e decide di restare. I tirocini inoltre permettono di vedere se piace. Insomma i motivi possono essere molti».
Ci sono iniziative o progetti dedicati ai più giovani? Se sì, quali?
«In questo momento no, ma ci sono molte idee. Il gruppo giovani di Opi Firenze – Pistoia aveva molte iniziative ma per via dell’emergenza si è bloccato tutto. Le iniziative comunque ci sono: certo bisognerebbe incentivarle invogliando i giovani a partecipare a progetti, soprattutto sulla formazione e informazione».
Quali sono le problematiche che più spesso un infermiere si trova ad affrontare?
«Io ho lavorato 4 anni e mezzo in Inghilterra. Poi 1 mese e mezzo fa iniziato in Italia. Nel nostro Paese, fino a pochi mesi fa, mancava il personale infermieristico: molti ospedali erano sotto al numero minimo per garantire un’assistenza adeguata ai pazienti e un adeguato riposo. Ora, con le assunzioni ci sarà un miglioramento sicuro».
Quali invece i momenti migliori e più soddisfacenti?
«Quando hai gratificazioni e forme di riconoscenza, da parte di pazienti e anche da parte di colleghi. Io lavoro in rianimazione Covid-19 a Prato. È successo che un paziente che era intubato da noi ci ha mandato un suo selfie nel quale si vedeva che stava tornando a casa. L’approccio dell’opinione pubblica su questa professione è migliorato e cambiato solo recentemente: prima dell’emergenza non era così, anzi».
Pensi che il percorso accademico italiano per diventare infermiere sia adeguato in misura di lezioni frontali e tirocini?
«Per come e quanto ho visto io sì. Quando sei tirocinante tante cose non le vedi e non le cogli. I dettagli li noti dopo, quando lavori. Paragonando la preparazione che hanno in Inghilterra e quella che danno in Italia, l’Italia molto avanti. Magari potrebbero essere fatti dei tirocini più lunghi e specifici tipo terapia intensiva o in altri reparti dove ci sono criticità e dove servirebbe una preparazione maggiore. L’Italia, comunque, ha un buon livello. Potrebbero magari essere riviste le modalità o le divisioni dei tempi fra tirocini, lezioni ed esami. Però comunque, in Toscana in particolare la situazione è positiva».
In questo periodo si è parlato molto di infermieri e del loro ruolo, qual è la tua esperienza in relazione al Coronavirus?
«La mia esperienza è questa: da un mese e mezzo lavoro nel reparto di rianimazione Covid-19 di Prato, dopo essere stato chiamato dalle graduatorie per pronta disponibilità. Non è facile lavorare con la tuta protettiva e tutti i dispositivi di sicurezza per tante ore all’interno del reparto… però quando si vedono i risultati e i miglioramenti capisci che ne è valsa la pena».
OPI Fi-Pt ha un gruppo di lavoro proprio dedicato ai giovani: quali sono i vostri progetti? Su quali temi state lavorando?
«Uno degli obiettivi è però riconfigurare il modello dell’infermiere su molti aspetti. Come a esempio la scuola. Fra le idee c’è quella di inserire l’infermiere nelle scuole e poi puntare sulla figura dell’infermiere famiglia. Per i giovanissimi puntiamo a fare incontri (non ancora fatti per l’emergenza Covid-19) con neolaureati che non lavorano. Un modo per aiutarli, risolvere dubbi, integrarli e supportarli».
Infermiere di famiglia: la risposta per la fase 2
L’Ordine degli infermieri di Firenze e Pistoia rilancia l’importanza di questa figura professionale per la popolazione

Valorizzare l’infermiere di famiglia e di comunità. È questa, secondo Opi Fi-Pt, la chiave per la fase 2, che va presa in considerazione per supportare pazienti e sanità in questo periodo di grave emergenza da Coronavirus.
Tale figura professionale riesce a curare il monitoraggio dello stato di salute degli assistiti, mediante visite domiciliari, follow up telefonici, telemedicina, in modo da evitare che sia la persona a rivolgersi ai servizi solo quando sono già presenti disturbi o complicazioni; può presidiare i passaggi di setting assistenziale, con particolare riguardo agli aspetti più critici della continuità delle cure facendosi garante della presa in carico lungo l’intero percorso assistenziale, può intervenire fornendo consigli sugli stili di vita e sui fattori comportamentali a rischio. Conosce, inoltre, la rete dei servizi presenti in quello specifico territorio ed è quindi in grado di orientare e facilitare l’accesso appropriato e tempestivo dell’utente a tutti i servizi esistenti.
[Leggi di più…] infoInfermiere di famiglia: la risposta per la fase 2Salute mentale, linea di ascolto per amici e parenti di persone con disturbi
Faro Itaca, il progetto di sostegno e supporto
Progetto Itaca Firenze Onlus è un’associazione nata per promuovere una visione positiva nel campo della salute mentale. In questo difficile e delicato periodo, è importante continuare senza sosta a offrire sostegno.
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