Oltre 500 gradi registrati nel pozzo Venelle 2 di Monterotondo Marittimo. All’Università di Pisa un’esposizione con Enel Green Power e CNR racconta la storia della geotermia più avanzata d’Europa
Il cuore rovente della geotermia toscana arriva a Pisa. Un piccolo cilindro di roccia, ma con un valore simbolico enorme: è la “carota” del pozzo geotermico Venelle 2, che ha raggiunto temperature record superiori ai 500°C, le più alte mai misurate in Europa continentale. Oggi quel campione straordinario è esposto al Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa, in via Santa Maria, dove racconta la lunga storia e il futuro della geotermia toscana.

L’iniziativa è frutto della collaborazione tra l’Università di Pisa, Enel Green Power e il CNR. Insieme, queste realtà hanno voluto valorizzare un primato scientifico e tecnologico che conferma la Toscana come punto di riferimento per l’energia geotermica in Europa.
Dalle profondità di Monterotondo Marittimo al progetto Descramble
Il campione arriva da Monterotondo Marittimo, nel cuore della provincia di Grosseto, dove si trova il pozzo Venelle 2. Inizialmente perforato nel 2006, il sito è stato scelto nel 2015 per il progetto europeo “Descramble”, finanziato per esplorare in sicurezza ambienti geotermici a temperature estreme.
L’obiettivo era chiaro: dimostrare che è possibile perforare zone della crosta terrestre mai raggiunte prima, caratterizzate da condizioni termiche elevate. Grazie a nuovi materiali e tecniche innovative, il progetto ha permesso di indagare l’“orizzonte K”, un livello geologico profondo dove il calore della Terra raggiunge intensità eccezionali.
I risultati sono stati pienamente soddisfacenti. Infatti, la sperimentazione ha confermato la possibilità di operare in sicurezza anche in questi contesti estremi, aprendo la strada a nuove prospettive per la ricerca geotermica e per la produzione di energia sostenibile.
Una teca per custodire il calore della Terra
Per celebrare questo traguardo, Enel Green Power, il CNR e l’Università di Pisa hanno esposto la carota di Venelle 2 in una teca dedicata. Si trova nel corridoio espositivo del piano terra del Dipartimento di Scienze della Terra e racconta, con pannelli e materiali originali, la storia di un’impresa scientifica senza precedenti.
Accanto al campione principale sono visibili rocce profonde provenienti da Larderello e le capsule d’oro utilizzate per misurare le temperature record, comprese tra 515 e 520°C. In questo modo, il visitatore può comprendere da vicino la complessità e la potenza del sistema geotermico toscano.
L’esposizione arricchisce un percorso già noto al pubblico, dedicato ai minerali e alle rocce che raccontano la storia geologica della regione. Inoltre, rappresenta un’occasione per scoprire come ricerca e innovazione continuino a dialogare con il territorio.
“Il calore della Terra”: un convegno per celebrare la ricerca geotermica
L’inaugurazione della teca è stata accompagnata dal convegno “Il calore della Terra”, organizzato presso il Dipartimento di Scienze della Terra. L’incontro ha offerto un momento di approfondimento sullo stato della ricerca e sulle prospettive future della geotermia toscana.
Sono intervenuti il prorettore vicario dell’Università di Pisa Giuseppe Iannaccone, il direttore del Dipartimento Giovanni Zanchetta, il geologo Geoffrey Giudetti del Centro di Eccellenza Geotermico di Enel Green Power, Giovanni Ruggieri dell’Istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR e la dottoranda Evelina Dallara, impegnata nello studio della geotermia profonda. Grazie ai loro contributi, il pubblico ha potuto comprendere l’importanza di questa disciplina per il futuro energetico del Paese.
Larderello, capitale mondiale della geotermia
La mostra e il convegno confermano ancora una volta l’eccellenza della geotermia toscana, che trova a Larderello il suo epicentro storico. Qui, Enel Green Power gestisce il più antico e allo stesso tempo più innovativo complesso geotermico del mondo, con 34 centrali e 37 gruppi di produzione distribuiti tra le province di Pisa, Siena e Grosseto.
Ogni anno, quasi 6 miliardi di kWh di energia rinnovabile vengono generati grazie al calore del sottosuolo. Ciò equivale a oltre il 30% del fabbisogno elettrico regionale e al 70% della produzione di energia rinnovabile in Toscana. Inoltre, il calore geotermico riscalda 13 mila utenze tra abitazioni, aziende e serre, sostenendo anche un’importante filiera artigianale, agroalimentare e turistica che accoglie più di 60 mila visitatori ogni anno.
Così, tra scienza, sostenibilità e innovazione, la Toscana continua a essere la terra dove il calore profondo diventa energia pulita.
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