Nel menù di “Le bontà di Claudia” ci sono anche specialità toscane e laziali
La cucina pitiglianese è protagonista di “Le bontà di Claudia”. Il locale, in via Santa Chiara, è anche conosciuto in zona come “Il ristorantino”. Si caratterizza per specialità del territorio e non solo. Nel menù ci sono, infatti, anche piatti che rispecchiano le tradizioni toscane e laziali. La passione per la cucina della titolare si tramanda di generazione in generazione, ereditata dalla mamma che a sua volta l’aveva ereditata dalla madre. Il ristorante è stato inaugurati nel 2018, dopo una lunga esperienza come barista della sua titolare.
Fra i primi piatti nel menù si trova l’acquacotta (indicata come “antica ricetta pitiglianese”) assieme agli immancabili tortelli, con una variante al sugo di cinghiale. Tra i secondi meritano una citazione speciale il coniglio al fiore di finocchietto selvatico e il buglione di agnello, dai sapori di qualità.

La carta dei dolci ne include uno che prende il nome dal locale e che cambia molto spesso in base alla fantasia della cucina. Tra le dolcezze da provare ci sono la torta papalina e gli “sfratti”, dolci della tradizione ebraica, molto radicata a Pitigliano (non a caso conosciuta anche come la “Piccola Gerusalemme”).
“Sfratti”, tra gusto e storia
Lo sfratto di Pitigliano è un dolce tipico della maremma grossetana. Il suo nome trae origine dalla storia della comunità ebraica del posto che ricorda l’usanza del XVII secolo di picchiare alla porta degli ebrei con un bastone. Una procedura che prese il via quando il Granduca di Toscana, Cosimo II de’ Medici, fece emanare un editto con il quale intimava agli ebrei delle zone di Pitigliano, Sovana, e Sorano, di lasciare le loro case per trasferirsi nel ghetto del paese.
Gli sfratti sono, nello specifico, lunghi biscotti, che vengono preparati con pasta frolla, profumati con scorza d’arancia e vino bianco. All’interno contengono miele, noci e un pizzico di noce moscata.
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